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COME
DIVENTARE E RIMANERE UN CRISTIANO ORTODOSSO
Conferenza
di Padre Andrew Phillips al pellegrinaggio ortodosso a Felixstowe - Agosto
2001
INTRODUZIONE
Talvolta
sentiamo alcune persone parlare di come sono arrivate a far parte della
Chiesa Ortodossa. Anche se ogni storia è interessante e può
anche essere straordinaria, penso che possano essere più utili
le storie di come alcuni sono riusciti a rimanere fedeli cristiani ortodossi
nonostante le tentazioni. Com'è scritto nei Vangeli: 'Con la vostra
perseveranza salverete le vostre anime'.
Per
di più, non ho chiamato questa conferenza, 'come entrare nella
Chiesa ortodossa', ma, 'come diventare e rimanere un cristiano ortodosso'.
Infatti entrare nella Chiesa ortodossa, o diventare un membro della Chiesa
ortodossa, una cosa che ha a che fare con cambiamenti esterni, non è
del tutto uguale a 'diventare un cristiano ortodosso', che invece ha a
che fare con cambiamenti interni. E rimanere un cristiano ortodosso è
ancor più importante, ed ecco perché vi ho dedicato tre
volte tanto spazio, rispetto a come diventare un cristiano ortodosso.
COME DIVENTARE ORTODOSSO
CONVERSIONE
E INTEGRAZIONE
Definiamo
i nostri termini parlando di un certo numero di parole che si usano in
questo contesto. Prima di tutto, c'è l'inutile frase 'ortodosso
dalla nascita'. Questo non esiste. Nessuno 'nasce ortodosso', tutti nasciamo
pagani. Ecco perché prima esorcizziamo e poi battezziamo. Sono
più accettabili i termini, 'nato in una famiglia ortodossa' e 'ortodosso
dalla culla'. È interessante che la gente che usa con condiscendenza
termini come 'ortodosso dalla nascita' chiama 'convertiti' i figli dei
'convertiti'. Di fatto, nel loro linguaggio scorretto, i figli dei 'convertiti'
sono 'ortodossi dalla nascita'!
E
poi c'è la parola 'convertito'. Quando sento qualcuno dire che
è un convertito, gli chiedo subito: 'Convertito a cosa?' Al folklore
greco? Al cibo russo? Al fariseismo? Alla nostalgia per l'Anglicanesimo
o il Cattolicesimo vecchio stile? A una mania intellettuale di sincretismo?
Di
fatto, in un certo senso tutti siamo sempre dei convertiti perché
dobbiamo convertirci costantemente a Cristo. Questo è il senso
del Salmo 50. Anche il Profeta Davide era un convertito, 'nato di nuovo',
dopo il suo grande peccato. Sfortunatamente, il termine convertito non
si usa generalmente in questo senso spirituale, ma in un senso secolare.
Spero
che quando una persona si definisce un 'convertito', significa che si
è convertito al cristianesimo (che è la parola corretta
per Ortodossia). Spero anche che quando si definiscono 'convertiti', questo
significhi che sono stati ricevuti nella Chiesa molto di recente. Tristemente,
devo ammettere che non è sempre così. Nel corso degli anni
ho incontrato persone che erano entrate nella Chiesa ortodossa dieci,
venti, trent'anni prima, e sono ancora 'convertiti' e si fanno perfino
chiamare 'convertiti'. E questo accade anche con alcuni menbri del clero,
prematuramente ordinati.
Non
riesco proprio a capirlo, perché significa che anche dopo anni
in cui sono stati membri nominali della Chiesa Ortodossa, non sono ancora
diventati cristiani ortodossi, non si sono ancora integrati nella Chiesa,
non hanno ancora avuto una crescita naturale nell'Ortodossia, e non vivono
ancora uno stile di vita ortodosso, né hanno acquisito quel senso
istintivo dell'Ortodossia, che significa che l'Ortodossia è la
loro unica casa spirituale, che è nel loro sangue e nelle loro
ossa, che respiriano l'Ortodossia, e che le loro anime sono ortodosse.
Soffrono della malattia spirituale della 'convertite'. Sono rimasti neofiti.
Hanno raggiunto solo ciò che il diavolo voleva che raggiungessero:
essere incompleti. Ecco perché i russi, giocando sul senso della
parola russa 'konvert', che significa una busta, dicono piuttosto a proposito
di certi convertiti: 'Il problema con il 'konvert' è che spesso
è vuoto, oppure quando arriva è privo di colla'.
Ci
possono essere molte ragioni per questo stato di convertite. Può
essere che qualcuno sia entrato nella Chiesa Ortodossa senza avere parrocchie
in cui andare, almeno con funzioni in una lingua che poteva capire. Per
esempio, ho incontrato persone che erano ortodosse da quarant'anni, ma
non erano ancora stati a una funzione pasquale nella loro lingua! Ho pure
incontrato persone ortodosse da cinque anni che non erano mai stati a
una funzione pasquale, dato che la loro comuità ortodossa locale
ha solo dieci liturgie all'anno il sabato mattina! Ho incontrato persone
che erano ortodosse da sessant'anni che non erano mai state a un Vespro
o a una Veglia! In altre parole, queste persone non hanno mai avuto un'opportunità
di imparare e di integrarsi. Sfortunatamente, però, ci sono anche
altre ragioni per cui la gente non si integra nella Chiesa Ortodossa.
RAGIONI
PER LA CONVERSIONE
In
principio, il clero dovrebbe ricevere persone nella Chiesa Ortodossa solo
per ragioni positive. Il fatto è che esiste gente che vuole entrare
nella Chiesa Ortodossa per ragioni negative, per esempio, per disgusto
verso una denominazione o un membro del clero. Questa è psicologia,
non teologia, e se è per questo, non è una psicologia molto
sana, né molto cristiana.
Ricordo
che negli anni '70 colui che ora è il Vescovo Kallistos mi raccontò
che un gruppo di convertiti gli aveva chiesto di scrivere un libro di
denuncia di tutte le eresie dell'anglicanesimo. Naturalmente i convertiti
in questione, e di fatto erano proprio convertiti, erano tutti ex-anglicani!
Non avevano compreso che la loro motivazione veniva tutta dai loro problemi
psicologici personali, dalla loro reattività, che mascheravano
dietro il loro zelo emotivo. Giustamente, il Vescovo Kallistos si rifiutò
di scrivere qualcosa di negativo. In ogni caso, nessun ortodosso avrebbe
comprato il libro perché probabilmente questo sarebbe stato interessante
solo per i neofiti ex-anglicani. Fu un libro in meno da mandare al macero.
Di
solito, un prete può scoprire quali sono le persone che hanno motivazioni
negative per desiderare di entrare nella Chiesa Ortodossa, semplicemente
aspettando di vedere se queste persone vengono in chiesa alle funzioni.
Di solito queste persone super-devote che amano leggere libri o parlare
della loro fede sui gruppi di conversazione in Internet o in posti simili,
sono le stesse persone che poi sono assenti alle funzioni in chiesa. Il
loro zelo è tutto nei loro pensieri o emozioni, non nei loro cuori
e anime, e perciò non nella loro vita e pratica.
Quindi
ci sono le persone che sono state attratte dall'Ortodossia per mezzo di
una scoperta fatta in una vacanza. Io chiamo queste persone 'ortodossi
da vacanza'. La loro attrazione spesso non è davvero per Cristo,
ma per una cultura straniera ed esotica - quanto più esotica, tanto
meglio. Dato che vivono vite molto prosaiche, la Chiesa Ortodossa dà
loro qualcosa da poter sognare, di solito la loro prossima vacanza a Creta
o dove che sia. Di nuovo un prete può facilmente capire se il loro
interesse è serio vedendo se vengono alle funzioni della Chiesa.
Generalmente non lo fanno, perché non sono in vacanza! Sfortunatamente,
alcune di queste persone sono state ricevute nella Chiesa da preti privi
di discernimento nei loro luoghi di vacanza, siano essi in Romania, in
Russia, in Grecia, a Cipro, sul Monte Athos o dovunque. Senza sapere alcunché
della Fede ortodossa, si presentano alla tua soglia e tu devi spiegar
loro che, anche se sono membri della Chiesa Ortodossa, di fatto non sono
diventati ortodossi. Spesso, comunque, queste persone ti potranno telefonare,
ma senza venire davvero a una funzione in chiesa, perché abbandonano
tutto prima di abituarsi a venire in chiesa.
Quindi
ci sono quelli che vengono con i loro programmi personali, spesso del
tipo 'so tutto io', che hanno letto ogni libro sotto il sole, ma che ancora
non hanno idea della lettera A dell'ABC cristiano. E vengono con richieste
che vogliono imporre! 'Sì, voglio entrare a far parte della Chiesa
Ortodossa, ma solo a condizione che prima si sia 'riformata' e 'modernizzata'
'! 'Sì, va bene, ma vorrei aggiungere alcuni inni occidentali prima
del Canone della Liturgia'!, o 'Enterò nella Chiesa Ortodossa solo
quando farà la Pasqua nello stesso giorno in cui la fa mia zia,
che è metodista'!, o 'Tutto è perfetto, eccetto il fatto
che usate troppe candele. Togliete le candele e io entrerò nella
Chiesa Ortodossa'. 'Sarò ortodosso solo quando avrete un'icona
di San Francesco d'Assisi'! 'Entrerò nella Chiesa Ortodossa acondizione
che tutti votino New Labour e vadano in vacanza in Toscana'! Questi sono
forse esempi estremi, ma sono tutti esempi veri. E sono tutti esempi di
mancanza di umiltà. Nessun prete dovrebbe ricevere tali persone
nella Chiesa, per la semplice ragione che non amano né accettano
la Chiesa e il suo Signore Cristo.
C'è
un solo criterio per entrare nella Chiesa Ortodossa, ed è che siate
convinti che è una questione di salvezza personale, di sopravvivenza
spirituale, perché è la volontà di Dio per voi, perché
sapete che questa è la vostra casa spirituale e che, costi quel
che costi, non potrete mai essere nulla di altro.
COME RIMANERE ORTODOSSO
ATTACCAMENTO
A COSE ESTERIORI
Recentemente
un prete che ha ricevuto persone nella Chiesa negli ultimi vent'anni mi
ha detto che la lista delle persone che ha ricevuto e che hanno abbandonato
la Chiesa è più lunga di quella di coloro che ha ricevuto
e che hanno perseverato. Quel prete è relativamente cauto nel ricevere
persone, ma so di due altre parrocchie in cui la lista degli abbandoni
è almeno venti volte più lunga della lista di chi persevera.
In questi due casi, devo ammettere che la colpa è della politica
di tali parrocchie. Fatevi vedere un bel giorno e chiedete, e vi riceveranno
automaticamente nella Chiesa senza istruzione nel giro di due settimane.
Ma
perché poi la gente smette di praticare la Fede alla quale ha deciso
di appartenere di propria libera volontà? Se guardiamo a questo
problema, forse possiamo imparare qualche lezione utile per noi stessi,
e che ci può aiutare a rimanere fedeli ortodossi.
Prima
di tutto, dobbiamo guardare a noi stessi. A che cosa siamo di fatto attaccati,
nella Chiesa? Ci sono persone che dicono: 'Era così bello oggi
in chiesa! Il canto era così meraviglioso, l'incenso aveva un profumo
così buono!' Parole come queste mi fanno pensare che la persona
difficilmente ritornerà. Un tale tipo di persona sembra avere una
fiamma interiore che esplode in uno scoppio di entusiasmo e di eccitazione.
Ma come tutti i fuochi quando esplodono, bruciano lasciando alle spalle
solo ceneri fredde. Questo attaccamento a cose secondarie, esteriori ed
esotiche è pericoloso, perché ci fa perdere di vista la
foresta a forza di osservare i singoli alberi.
L'attaccamento
alle cose esterne può estendersi all'abbigliamento, alla lingua,
al cibo e al folklore. Ricordo una chiesa russa in Belgio, in cui sapevi
immediatamente chi erano i convertiti; gli uomini avevano barbe da contadini
del diciannovesimo secolo, e le donne portavano gonne lunghe trasandate
e sembravano avere tovaglie sulla testa. Sapevi chi erano i russi, perché
erano vestiti normalmente. In una chiesa greca di qui, c'erano due preti,
un greco e un convertito. Sapevi immediatamente chi era il convertito,
perché portava manti dalle maniche ampie, e un enorme copricapo
a comignolo sulla testa. Il greco portava una semplice sottana.
In
un'altra chiesa russa i russi parlavano sempre di canti, di Natale e di
Pasqua, ma i 'convertiti' (ed erano proprio tali) parlavano di 'innografia'
e della 'Natività' e della 'Paskha'. Un vero russo, nato in Unione
Sovietica, mi ha detto piuttosto crudelmente quanto amava il convertito
nella sua parrocchia, perché 'mi fa ridere con tutto il suo folklore'.
Lo zelo mal diretto è sempre ridicolo. Lo zelo deve essere incanalato
in modo giusto per portare a risultati positivi.
Ho
un amico greco-cipriota, nato e crescuto a Londra, che mi ha detto che
il suo cibo preferito erano le bistecche e il tortino al rognone, che
erano le prime cose che mangiava a Pasqua dopo la fine del digiuno. Gli
ho chiesto se aveva mai mangiato in un ristorante greco. E mi ha risposto:
'Oh no, quello è solo per gli inglesi'. Mi ha anche detto che a
Londra ai matrimoni ciprioti gli invitati hanno l'abitudine di appendere
banconote agli abiti della nuova coppia, come forma di regalo di matrimonio.
Quando per la prima volta ha visto un matrimonio a Cipro, all'età
di 25 anni, nessuno faceva così. Perché? Perché avevano
smesso di farlo negli anni '60, ritenendolo una sorta di abitudine primitiva
e paesana. In altre parole, smisero di farlo dopo che la maggior parte
dei loro compaesani immigrati era andata a Londra, ma quelli di Londra
avevano mantenuto la pratica degli anni '50. E i convertiti volevano imitare
questa costumanza morta.
A
proposito, ho incontrato di recente un altro 'convertito' che era appena
rientrato da una vacanza in Grecia, e ne parlava con entusiasmo come una
'terra santa' con 'persone sante', perché 'gli ortodossi sono santi'.
Ebbene, posso solo presumere che abbia passato tutto il tempo in eccellenti
monasteri - non tutti i monasteri sono eccellenti, per inciso. Raccomanderei
a queste persone di andare a visitare le prigioni greche. Sono piene di
ortodossi - ladri, assassini, stupratori, sfruttatori, ricattatori ortodossi.
Per ogni reato, sono tutti ortodossi! Vedete, la natura umana è
la stessa in tutto il mondo.
Se
ci leghiamo a cose esteriori, dovremmo prima di tutto chiederci: a quali
cose esteriori? Se non usiamo il nostro discernmento, possiamo davvero
sembrare molto sciocchi. Tutte le cose esteriori sono naturali solo se
riflettono ciò che è dentro di noi. Se il cristianesimo
ortodosso è dentro di noi, allora il nostro aspetto esteriore sarà
quello di qualsiasi cristiano ortodosso. Dovremmo certamente imporci un'abitudine
di visitare altre parrocchie ortodosse, paesi in cui vi sono molte chiese
ortodosse, osservando e percependo la nostra via verso l'autenticità.
La cosa peggiore sono piccole comunità di 'convertiti' che non
vedono mai nulla di altro. Possono finire a praticare cose che non esistono
in alcun altro posto della terra, e pensare tuttavia di essere 'più
ortodossi' di tutti gli altri! L'umiltà, ancora una volta, è
la soluzione a questa malattia, e l'umiltà inizia con il realismo,
non con la fantasia. Nessuna spiritualità è mai stata costruita
sulla fantasia. Senza una sobria umiltà, c'è sempre illusione,
che è seguita da scoraggiamento e depressione. Questa è
la legge dello spirito.
Vedere
la realtà delle chiese ortodosse è un eccellente rimedio
contro le malattie della fantasia. Ricordate che alcune chiese ortodosse
sono chiese di Stato, e molte altre hanno una mentalità da chiesa
di Stato. È un'esperienza di sobrietà incontrare un numero
di diaconi, preti e vescovi che si vantano con te di "quanti soldi
fanno", che sono 'fuori servizio' al lunedì e al martedì,
e che in quei giorni non possono fare funerali, e che far parte del clero
è un lavoro molto migliore di altri, perché a scuola non
erano troppo brillanti e l'alternativa era un prosaico lavoro di fabbrica.
Ma è la realtà. Il contatto con questa realtà può
essere di grande aiuto a mettere da parte lo zelo mal riposto, i ghetti
da convertiti, e ciò che io chiamo 'effetto serra'. Ci fa tornare
con i piedi per terra, e ci fa ricordare che quello è il posto
dove dovrebbero stare, dato che la nostra religione è la religione
dell'Incarnazione. Ciò che gli altri pensano e fanno non sono affari
nostri, il nostro compito è la salvezza delle nostre anime.
Restando
in tema, una delle ragioni principali per cui alcuni convertiti non smettono
di essere convertiti, e in tal modo non diventano ortodossi, è
perché non hanno un lavoro. Il bisogno di guadagnarsi il pane quotidiano,
di stare con altre persone, è un modo eccellente per iniziare a
vivere (invece che solo a pensare) la propria Fede. Così si possono
evitare quelle che si chiamano tentazioni da sinistra e da destra. Le
tentazioni da sinistra sono il lassismo, la debolezza, il compromesso,
l'indifferenza. Le tentazioni da destra sono i giudizi da censore del
prossimo, lo zelo arrogante del fariseo, che è uno 'zelo non secondo
conoscenza'. Queste tentazioni sono ugualmente pericolose e ugualmente
da combattere. Entrambe sprecano un enorme ammontare di tempo ed energia
in aspetti collaterali, come la discussione su materie irrilevanti quali
l'ecumenismo, piuttosto che nella preghiera. Essere nella società
è il modo in cui possiamo iniziare a conoscere noi stessi, a vedere
i nostri fallimenti e a evitare di essere sviati in questioni teoriche.
INTERESSE
SUPERFICIALE
Alcune
persone possono essere così piene di se stesse! Inizieranno a dirvi
- se le lasciate fare - le storie dettagliate delle loro vite, e quindi
le ultime chiacchiere sul prete X, sul vescovo Y, e quindi sulla giurisdizione
Z, anche se non conoscono l'ABC della fede dei bambini. Eppure il cristianesimo,
ed è di questo che ci occupiamo, non ha a che fare con alcuna di
queste cose. Se non avete contatto con la realtà, allora non imparerete
mai cose reali. La vita della Chiesa non è fatta di queste cose
senza senso. Non c'è niente di più noioso che discutere
le personalità e le attività di vari chierici e laici, eccetto
naturalmente il peccato, perché il peccato è sempre noioso
sempre la stessa cosa. Chiedetelo a chiunque ascolta confessioni.
La
vita della Chiesa ha a che fare con queste cose: Chi preparerà
il caffè? Chi laverà i piatti? Chi penserà ai fiori?
Chi taglierà l'erba? Chi cucinerà le prosfore? Chi pulirà
i gabinetti? San Nettario faceva quest'ultimo lavoro quando insegnava
ad Atene, anche se portava il grande titolo di 'Metropolita della Pentapoli'.
E perciò perché dovremmo obiettare? Dopo tutto, è
una delle prime obbedienze date ai novizi nei monasteri.
Naturalmente,
queste non sono le cose principali nella vita della Chiesa. Procediamo:
La
vita della Chiesa ha a che fare con queste cose: Chi imparerà a
cantare? Chi parteciperà a tutte le ufficiature in chiesa? Chi
terrà tutti i digiuni? Chi leggerà tutti i giorni le preghiere
del mattino e della sera? Chi si preparerà in modo adeguato per
la confessione e la comunione? Chi leggerà quotidianamente le letture
del Vangelo e dell' Epistola del giorno?
E
quindi, se volete la cruda verità, che sconvolgerà alcuni
'convertiti':
La
vita della Chiesa ha anche a che fare con: Chi pagherà i conti?
Sì,
la vita della Chiesa ha a che fare l'impegno, la singola cosa che manca
nella nostra attuale cultura , tiepida e indifferentista. Essere un cristiano,
e ve lo ricordo ancora, questo è tutto ciò che significa
la parola 'ortodosso', è molto difficile. Nessuno, da Cristo in
poi, ha mai detto qualcosa di diverso. Senza impegno, non rimarremo mai
ortodossi. Essere un cristiano significa amare Dio e il nostro prossimo.
Se non siamo preparati neppure a tentare di farlo, allora non c'è
alcuno scopo. Sfortunatamente, alcune persone pensano che essere un cristiano
ortodosso - e questa è una tautologia, lo so - non abbia a che
fare con amare Dio e il nostro prossimo. Pensano che abbia a che fare
con leggere libri, avere opinioni, condannare gli altri, mangiare cibi
strani, essere intolleranti, o vestirsi in modo curioso. Il nostro Signore
non ha mai detto cose simili. Ha detto: 'Ecco, vi do un comandamento nuovo,
che vi amiate gli uni gli altri'.
Il
fatto è che tutti i cristiani erano un tempo cristiani ortodossi,
ma la maggior parte di loro non riuscì a sopportarlo e decadde.
Il cristianesimo ortodosso non si riassume nell'entrare nella Chiesa ortodossa
e poi dire: 'Ecco, ce l'ho fatta'. Ha a che fare con l'ingresso nell'Arena,
con la salita sulla Croce. Ho sentito dire così spesso dagli anglicani:
'So che l'Ortodossia è vera, ma io non ce la farei mai'. Suppongo
che questo abbia almeno il merito dell'onestà. Penso sempre alle
parole di quel giusto sacerdote, Clemente d'Alessandria, nel terzo secolo:
'Se un uomo non è incoronato dal martirio, che si preoccupi di
non essere lontano da coloro che lo sono'.
La
soluzione è di stabilire una routine di preghiera, e si trova nel
Vangelo di San Giovanni. 'Il Regno dei cieli si prende con la forza',
dice il Vangelo.
NOSTALGIA
Si
definisce nostalgia un attaccamento al passato. Non è una cosa
cristiana, per quanto toviamo tutti che sia naturale e umano caderci di
tanto in tanto. Il problema della nostalgia è che ci distrae dal
vivere nella realtà presente, cosa che si suppone che facciamo.
Alcuni
per esempio vi diranno che non possono rimanere ortodossi perché
questo significa non fare più ciò a cui erano abituati -
andare al pub il sabato sera, non mangiare l'arrosto di domenica nei periodi
di digiuno. Altri vi diranno che trovano anti-igienico baciare icone,
reliquie e mani di sacerdoti (e anche ricevere la comunione): non lo avevano
mai fatto prima. Uno si chiede perché queste persone si siano date
la briga di entrare nella Chiesa Ortodossa.
Sì,
capisco i problemi dei matrimoni misti, i problemi della dieta, i problemi
delle visite a parenti non ortodossi, i problemi dei calendari. Prima
di tutto, la Chiesa non esiste per scoraggiarci. Ma spesso la gente si
scoraggia per fini personali. Se siamo in visita dai parenti in giorno
di digiuno e questi ci offrono cibo che non è di digiuno, la Chiesa
non ci dice di essere rigoristi e di rifiutare. Ci dice di essere umili.
Alcuni dicono: 'Quello non posso mangiarlo perché sono santo'.
Oh sì, abbiamo sentito cose del genere, se non a parole certo in
spirito. Se lo zio di vostra moglie è gravemente malato in ospedale
e disperatamente solo, e l'unica soluzione è di andarlo a visitare
la domenica mattina, allora da Chiesa ci dice di andare a visitarlo. E
questo è meglio che rifiutarvi di portare vostra moglie in ospedale
perché avete bisogno dell'auto per andare alla 'mia chiesa', e
finire per avere una lite in famiglia. Il buon senso e il discernimento
sono essenziali nelle nostre scelte.
Riguardo
ai matrimoni misti, il discernimento è vitale. Ho visto 'convertiti'
ortodossi assillare di continuo i loro coniugi perché diventino
membri della Chiesa Ortodossa. Il risultato è sempre negativo.
D'altra parte, ho visto persone aspettare pazientemente per dieci, venti,
trent'anni, senza neppure menzionare la possibilità di entrare
nella Chiesa Ortodossa, e quindi il coniuge chiedere spontaneamente l'ingresso.
Questi sono stati convertiti dall'esempio cristiano di pazienza del loro
coniuge.
Nelle
piccole parrocchie inglesi della Chiesa Ortodossa sono stati risolti,
almeno in parte, alcuni dei problemi di isolamento incontrati da molti
che sono entrati a far parte della Chiesa Ortodossa. Se andate in quelle
che chiamo 'parrocchie della Chiesa di Stato', non vedete spesso offritre
un caffè o un tè, o una conversazione. Eppure, la maggior
parte delle chiese inglesi hanno una sala parrocchiale. Qui dopo una Liturgia
o un officio feriale, si possono incontrare gli ortodossi isolati di qualsiasi
origine. Una persona arrivata qui dall'Europa dell'Est, vedendo ciò,
ha detto: 'Qui è come nella Chiesa primitiva'. Naturalmente, non
voleva dire che siamo 'santi' o cose del genere, ciò che intendeva
è che la nostra comunità è intima, e che tutti ci
conosciamo l'un l'altro.
E
questo non vuol dire in alcun modo che qui è 'meglio' che nell'Europa
dell'Est; semplicemente, vuol dire che dobbiamo avere una comunità,
con una sala parrocchiale, offrire un rinfresco e un momento di incontro,
perché altrimenti non possiamo sopravvivere come piccolo gruppo
di minoranza che confessa valori spirituali nel vasto deserto spirituale
della nostra nazione moderna. Questa è la nostra sopravvivenza,
questo è il sostituto della nostra famiglia e comunità nella
società di oggi, frammentata, individualista, consumista e priva
di vita comune. Questo non è necessario in qualche parte dell'Europa
dell'Est, perché là tutti sono ortodossi, e la comunità
ortodossa è sempre attorno a te. Ma qui le cose sono diverse.
CONFESSIONE
Ora
vorrei toccare un problema molto particolare che ha un legame speciale
con l'ambiente inglese contemporaneo, soprattutto quello anglicano. La
cultura protestante prevalente in Gran Bretagna, per lo meno nelle ultime
sei generazioni, ha reso la gente molto chiusa e riservata, cosa che è
di fatto una forma di orgoglio. La confessione, un sacramento importante
nella Chiesa Ortodossa, è una cosa molto difficile da affrontare
per molti inglesi. Ecco perché in culture protestanti meno formali,
come negli USA, anche se la gente non va alla confessione, va dal proprio
terapista. Qui possono dire di tutto e, dato che pagano, possono sentirsi
dire che sono persone davvero buone. La confessione è una cosa
differente. Si tratta di una questione delicata, e penso che sia bene
che parliate delle vostre riserve con un prete al di fuori della confessione
prima che andiate di fatto alla confessione. Imparate a conoscervi prima
l'un l'altro. Qui c'è un certo numero di cose da comprendere:
Dapprima,
nessuna confessione si fa a un prete. Si fa a Dio, in presenza di un prete,
che dovrebbe cercare di dare qualche consiglio utile.
I
preti sono tutti peccatori. Anch'essi vanno alla confessione. Se uno non
lo fa, ditegli di andare! I preti non sono santi, ne so qualcosa, e se
mai incontrate uno che pensa di esserlo, ditegli pure dove andare.
La
maggior parte dei preti non avranno problemi se andate a confessarvi da
un altro prete, al di fuori della vostra parrocchia. Alcuni saranno persino
felici se fate così! Trovatevi da soli il confessore giusto. Se
vive lontano, mandategli la confessione per telefono, per posta elettronica
o per lettera. Quando avrete la risposta, andate a ricevere l'assoluzione
dal vostro prete locale, che avrete informato di questo sistema. È
una soluzione che usano le mogli e i figli dei preti. Può andare
bene per voi.
Infine,
come ho già detto, non c'è nulla di così noioso come
il peccato. Sono sempre sorpreso quando la gente viene alla confessione
e si aspetta che io ricordi la loro ultima confessione. Io dimentico sempre
le cose noiose. Uno dei migliori confessori che ho mai avuto era quasi
del tutto sordo. Dopo che avevo detto la mia parte, che quasi per intero
non ascoltava, mi dava acuni dei migliori consigli che ho mai ricevuto.
PERSONALITÀ
È
inevitabile che non andiate sempre d'accordo con tutti nella vostra parrocchia.
Ma non è una ragione per andarvene, sbattere la porta, non rimanere
ortodossi. Forse passate troppo tempo in chiesa al di fuori delle funzioni?
Sì, da noi si serve il caffè e il tè dopo una funzione,
ma non siete obbligati a rimanere. Alcuni dei migliori ortodossi non lo
fanno! Forse i vostri rapporti con gli altri parrocchiani sono troppo
stretti? Sono queste le persone con cui vorreste stare in tutte le altre
situazioni? Se non avete assolutamente interessi in comune, oltre che
avere una fede in comune, perché passare tanto tempo con loro?
Passare troppo tempo con persone con cui avete poco in comune in termini
di carattere e di gusti è una ricetta per i conflitti. Dopo tutto,
non vi siete sposati con loro.
E
lo stesso si può dire del vostro rapporto con il prete. Potete
avere qualcosa in comune nella personalità. Ma forse no. Forse
lo trovate 'non abbastanza monastico' o forse 'troppo liberale', o forse
soltanto noioso. Bene, andare in chiesa non ha niente a che vedere con
un rapporto stretto con il prete, o con l'acquisto degli stessi cibi che
mangia a colazione. Di fatto, se sapete cosa mangia a colazione, probabilmente
lo conoscete troppo a fondo.
Un'altra
area di conflitti nella vita parrocchiale sono le riunioni e i consigli
parrocchiali. Ebbene, nella maggior parte delle parrocchie ortodosse questi
hanno luogo una volta all'anno, dopo una Liturgia domenicale, durante
la Quaresima. Eppure ho sentito di certi gruppi di convertiti che si incontrano
costantemente, una volta al mese o anche più, a discutere le stesse
vecchie cose. Questo è qualcosa che viene dall'anglicanesimo, non
dalla pratica ortodossa. Francamente, un tipo di vita simile è
quasi incestuoso, troppo ravvicinato per dare pace. Le discussioni sulle
minuzie non sono solo noiose, ma anche una perdita di tempo. Ancor peggio,
alcuni si fanno coinvolgere appassionatamente, e restano fissati sui dettagli.
Ricorderò sempre una persona, un professore universitario, a una
riunione parrocchiale circa venticinque anni fa, che disse che se avessero
ridipinto in blu il soffitto della chiesa, non vi avrebbe più messo
piede.
Ebbene,
non lo fece. Morì poco dopo.
CONCLUSIONI
Che
cosa ricorderete di questa conferenza? Spero, quanto segue.
Veniamo
alla Chiesa e restiamo nella Chiesa per salvare le nostre anime, per nient'altro.
La Chiesa non è un hobby, un gioco, un interesse privato, una pretesa,
e neppure una comunità. È la salvezza della nostra anima.
E noi la raggiungiamo dapprima aprendoci, e quindi dando il meglio di
noi stessi. Se c'è qualcos'altro, è tutto secondario. Non
dobbiamo mai perdere questa prospettiva. Se lo facciamo, siamo fuori rotta
e diretti al di fuori della Chiesa.
Per
salvare le nostre anime, dobbiamo dapprima conoscere noi stessi, cercando
le nostre colpe, i nostri peccati e cadute. Quindi dobbiamo occuparci
di loro e lottare, per quanto lentamente e debolmente, e iniziare ad addomesticare
le nostre passioni e senza mai darci per vinti. Sapremo quando non lo
stiamo facendo: è quando inizieremo a soffermarci sulle colpe degli
altri.
Se
il nostro orgoglio personale è ferito nel corso della nostra vita
nella Chiesa, ringraziamo Dio. È lo scopo per cui siamo qui, quello
di diventare umili.
Grazie
per avermi ascoltato.
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